Alcune date non si dimenticano tanto facilmente! Circa un anno fa, all’età di 35 anni, mi è stato diagnosticato un cancro al seno. È una doccia fredda, una di quelle notizie che non posso aspettarmi,perché ho fatto sempre prevenzione, ho sempre seguito un sano regime alimentare, ho condotto una vita regolare e per di più, alle spalle, ho un passato da atleta a livello nazionale; nessuna familiarità, nemmeno i geni responsabili del tumore al seno si sono modificati, quindi mi sono chiesta: “Perché proprio io?”.
Immediatamente sento montare un senso di rabbia che sfogo a livello fisico perché non sono in grado di piangere; tempo qualche settimana e riprendo il controllo di me stessa.
Sorrido, sorrido sempre, anche dinanzi al duro percorso che mi attende e nel mentre tiro su anche chi si dispera per me; da buona atleta attendo con ansia sui blocchi di partenza lo sparo dello starter, solo che questa volta si corre per salvare la pelle, si corre contro un avversario da non sottovalutare.
Inizio, così, i miei 16 cicli di chemioterapia che durano sei mesi e tra nausee, afte, conati di vomito e perdita dei capelli, decido di rimettere ai piedi le mie amate scarpette che avevo appeso al chiodo sette anni prima.
Mi prefiggo un obiettivo: correre una frazione di staffetta della mezza maratona di Bologna (10,5 km).
Grazie al supporto di alcuni amici podisti sono riuscita a preparare e a terminare la corsa. Lacrime di gioia hanno solcato il mio viso e il dolore, la rabbia e la disperazione di quei sei mesi appena passati sono improvvisamente svaniti.
In seguito ho partecipato ad altre corse finalizzate a raccogliere fondi per la ricerca, tra cui la Pittarosso Pink Parade di Roma dove ho avuto il piacere di conoscere le Pink, un gruppo di donne che hanno combattuto contro il tumore al seno e che hanno corso alla maratona di New York e alla mezza maratona di Valencia.
Donne fantastiche, che non hanno mai corso in vita loro e che hanno dimostrato che dopo la malattia si può ritornare a vivere!
A ottobre ho subito una mastectomia con dissezione ascellare: ancora una volta uno stop, ma appena ho potuto ho ripreso a correre.
Adesso sto affrontando l’ultimo step di questo percorso, la radioterapia alla quale seguiranno cinque anni di cura ormonale, ma io vincerò sul cancro perché da buona agonista non mi è mai piaciuto perdere!
Prossimo obiettivo? Sostenere la ricerca correndo insieme alle mie amiche runners Elisabetta, Chiara e Monica, ovvero le FLAMINGOS, la staffetta della Milano Marathon il prossimo 3 aprile per il progetto Pink is Good della Fondazione Umberto Veronesi.
Mi rivolgo a voi cari amici che mi avete sostenuto durante tutta la malattia e lo state facendo tutt’ora: raggiungiamo insieme questo traguardo con una donazione affinché tante donne come me possano sorridere di nuovo alla vita!
VOI CORRERETE CON NOI, NELLE NOSTRE GAMBE E NEI NOSTRI CUORI…PER LA RICERCA CONTRO IL TUMORE AL SENO.
GRAZIE A TUTTI DI VERO CUORE